Grandioso complesso che ora si sta restaurando e di cui si intravedono le primitive dimensioni. Resti di antiche costruzioni, mura, e rovine di un grande chiostro, sono testimoni di quanto doveva esser vasto e importante questo luogo appartenuto al'ordine dei cistercensi.
VEDUTA LATERALE DELL'ABBAZIA
I Cistercensi del XII secolo non avevano nulla di più caro della solitudine : eppure l’enorme successo dell’Ordine si può spiegare soltanto in base al fecondo rapporto che esisteva tra le loro abbazie, e la società che le circondava. Gli ideali religiosi ed ascetici dei monaci ebbero una forte risonanza in ogni parte del mondo: i vari strati della società, i nobili, il clero secolare, gli studiosi e gli abitanti delle città sentivano il fascino delle prime abbazie cistercensi tanto quanto ne erano attratti i numerosi contadini che entravano tra le fila dei fratelli conversi. In molti seguivano la vita eroica dei monaci, contribuendo con mezzi materiali allo sviluppo dell’Ordine.
LA CAPPELLA
Un altro vincolo tra le abbazie cistercensi e la società era costituito dall’ospitalità, servizio peraltro tradizionale dei monasteri. Con generosità si offriva vitto e alloggio anche ai laici che erano in viaggio. Molte abbazie tenevano, un po’distante dagli edifici del monastero, una specie di ospizio riservato ai visitatori.
Si specificava con cura la qualità e la quantità di cibo servita agli ospiti, così come si precisavano i compiti dei fratelli che si occupavano di loro. I parenti dei monaci potevano rendere loro visita tre o quattro volte all’anno per due giorni consecutivi.
Si specificava con cura la qualità e la quantità di cibo servita agli ospiti, così come si precisavano i compiti dei fratelli che si occupavano di loro. I parenti dei monaci potevano rendere loro visita tre o quattro volte all’anno per due giorni consecutivi.
Particolarmente gravose erano le visite dei membri della famiglia reale o di altre grandi personalità dell’alta società laica o ecclesiastica. In tali occasioni, si serviva con liberalità cibo e bevande, anche se gli ospiti, almeno fino alla metà del XV secolo, dovevano osservare la regola della astinenza perpetua, qualunque fosse la loro condizione sociale.
IL FIUME CHE COSTEGGIA L'ABBAZIA
UNA DELLE TANTE COSTRUZIONI FACENTI PARTE DEL COMPLESSO
Fra gli statuti del Capitolo generale del 1490, si trova un riferimento tardivo a un ospedale. L’abbazia di Buch, in Sassonia, presentava una relazione sull’ospedale gestito dai monaci: esso si trovava in gravi difficoltà finanziarie perché i fondi messi da parte “per il mantenimento di un certo numero di poveri” non bastavano più, mentre la riduzione delle spese provocava forti reclami tra i poveri degenti. Il Capitolo rispose con la nomina di tre abati vicini, incaricati di indagare sulla situazione: essi venivano autorizzati a prendere qualsiasi soluzione concreta che ritenessero opportuna.
Con il passare dei secoli, lo sviluppo delle città offriva la possibilità di un’assistenza medica sempre migliore, così che gli ospedali dei monasteri divennero sempre meno importanti; alcune abbazie, tuttavia, continuarono a gestire dei centri ospedalieri fino alla Rivoluzione Francese.
FRAMMENTO DI ANTICA DECORAZIONE
IL GRANDE CORTILE
ciao, g.
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