Organo
E’ uno dei capolavori della nostra chiesa.
Nella cassa di legno barocca venne alloggiato nel secolo scorso il
nuovo strumento elaborato dai F.lli Serassi di Bergamo,
celeberrima
famiglia di organari.
Esso era costituito da due complessi: un organo principale
composto
da 1685 canne ed un organo eco, dotato di altre 808 canne di
diversa fattura (di legno, di stagno, di lega).
Numerose anche le voci della strumentazione.
Sotto l’organo è
posizionato un confessionale neoclassico in noce
con le statue dei SS. Apostoli Pietro e Paolo[12].
con le statue dei SS. Apostoli Pietro e Paolo[12].
Cappella del Crocefisso
La cappella, riccamente decorata , ospita un interessante Crocifisso
in legno policromo del sec.XV°.
La statua, di notevoli proporzioni, è inserita in una nicchia
costruita appositamente, ma di epoca più tarda.
La croce non risulta essere quella originaria e neppure l’aureola,
mentre lo potrebbe essere la corona di spine. L’opera dimostra una
notevole qualità nell’intaglio. Le costole sporgono in modo
fortemente drammatizzato; il perizoma è caratterizzato da
molteplici pieghe curvilinee;
le gambe sono stecchite e le braccia rimontano l’orizzontale;
la barba e i capelli, con tracce di dorature, sono
scolpiti nel legno.
Il volto di Gesù, nonostante l’espressione sia quella di un
defunto, mostra gli occhi socchiusi.
Un interessante particolare riguarda la coppia di chiodi che, invece
di trafiggere come di consueto le palme delle mani, perfora i polsi:
la
stessa caratteristica che presenta la sacra immagine della Sindone.
E’ composto da dieci pannelli. In posizione centrale è l’Assunzione
della Vergine tra gli Apostoli, sovrastata dalla figura di Dio Padre
nell’atto di porre una corona sul capo di Maria. Gli altri otto sono
disposti su due ordini. Il superiore comprende, da sinistra:
sant'Ambrogio, sant' Eufemia, sant' Apollonia (anticamente
riconosciuta come sant' Agata), santo Stefano. Nell’ordine inferiore
si trovano: san Bernardino da Siena, san Francesco, san Sebastiano,
san Rocco.
La più antica notizia riguardante i dipinti risale ad un documento
del 1608, anno della visita pastorale del Card. Federico Borromeo,
segnala sull’altare maggiore, un polittico con le immagini di Maria
che ascende al cielo e di alcuni Santi.
Il polittico viene poi smembrato in epoca imprecisata: in
quell’occasione si perdono la cornice originale e alcuni pannelli
dipinti.
Il dipinto rappresenta la Madonna con il Bambino in trono
fra sant'
Eufemia (a sinistra) e santa Caterina di Alessandria (a destra) ed è
attribuito a Marco d’Oggiono (ca. 1478-1525). Si pensa che
l’affresco fosse
originariamente collocato nella cappella di
sant'Ambrogio che, nella chiesa
esistente prima dell’attuale, stava
di fronte all’ingresso laterale.
Quando fu ricostruito l’edificio nel ‘600, venne staccato e
trasportato nell’attuale cappella.
Un danno irreparabile subì però il volto della
Madonna, che fu rifatto da un pittore poco valido; l’opera inoltre
fu ricomposta riducendone le dimensioni e ridipingendo a fresco la
parte
inferiore.
Nel 1994 l’affresco è stato restaurato
dalla dott. Lucchini.
In questa occasione il critico d’arte Franco Moro ha
attribuito
senza alcun dubbio il dipinto a Marco d’Oggiono.
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La nostra Chiesa!
Molto bella fuori, ma, come sappiamo, anche dentro non si scherza!
Ricca di opere d'arte, tutte da ammirare
e di cui esserne orgogliosi!
'notte, g.
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