In seguito all’azione partigiana Hitler comunicò che Roma doveva essere interamente distrutta e tutta la popolazione deportata, ma subito dopo rettificò che per la vendetta sarebbe stato sufficiente radere al suolo l’intero quartiere nel quale si era svolta l’azione. Infine Kesselring e il comandante della piazza di Roma, Kurt Maeltzer, stabilirono le modalità della rappresaglia: dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso. Leccidio avvenne immediatamente e fu affidato al colonnello Herbert Kappler, coadiuvato dal capitano Priebke. 335 uomini furono uccisi alle fosse Ardeatine, ciascuno con un colpo alla nuca. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dal comando di via Tasso, cinquanta furono scelte e consegnate dal questore fascista Caruso.
l'arresto dei prigionieri iVia Rasella,
le tombe allineate alle "fosse".
di Piero Calamandrei:
lo avrai, camerata Kesselring
il monumente che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi!
non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non con la terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità.
ma soltanto col silenzio dei torturati,
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono per dignità
non per odio
decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo.
morti e vivi ci ritroverai
con lo stesso impegno
serrati intorno al monumento che si chiama
ora e sempre
LIBERTA'
g.
Nessun commento:
Posta un commento