venerdì 9 luglio 2010


Tespi (Icaria, 566 a.C. – ...) è stato un semileggendario poeta e drammaturgo greco antico.
Non sappiamo con sicurezza l'anno della sua nascita, Orazio nell'Arte Poetica la fissa nel 566 a.C., Aristotele, riferisce che organizzò e vinse il primo concorso drammatico in Atene nel 534 a.C. A Tespi viene attribuita l'invenzione della tragedia greca, con la separazione dell'attore dal coro per dare vita ad una azione drammatica; prima di lui le forme di dramma tragico si limitavano ad alcune canzoni.
Tespi (secondo Orazio[senza fonte]) si spostava da una città all'altra dell'Attica con un carro sul quale innalzava un palco[1]; due attori con i visi dipinti cantavano dei cori di argomento storico. Dopo qualche tempo vi aggiunse un terzo attore, il quale separatamente dai cori recitava dei versi.
Questa innovazione non piacque a Solone, il quale tentò di convincere il popolo a non assistere a tali rappresentazioni, dicendo: "Se noi onoriamo la menzogna nei nostri spettacoli, la troveremo ancora nelle nostre promesse più sacre".
Dopo Tespi, seguirono Frinico (di cui si sa poco), Cherilo e Pratina (quest'ultimo autore di quella forma di teatro esclusivamente greca chiamato dramma satiresco).



ritratto di attrice del periodo Liberty




il "carro di Tespi" visto da Chagall


C'è qualcuno ,abbastanza su di età, che se lo ricorda?
Arrivava ad Oggiono in piazza Sironi, nello spiazzo dove ora sta la banca ed il bar che si affaccia su viale vittoria.
Grande avvenimento per Oggiono: la lampada sotto il moggio; santa Rita da Cascia; la cieca di Sorrento e molti altri erano gli spettacoli che il gruppo di attori offriva e che erano motivo di discussione fra la popolazione.

E, qualche signora lo ricorderà, si parlava molto anche degli attori, in modo particolare del "barbisen"!
aitante giovanotto, nonchè primo attore, che sfoggiava due bei baffetti neri neri che solleticavano la fantasia femminile. Al  secondo posto veniva "ul biunden": carino ma........meno affascinante del primo.

poi la prima attrice giovane, semplicemente "lee". Bella , alta , di portamento signorile ed alla quale si attribuiva un amore sviscerato per "ul barbisen". vero o falso non saprei, ma i commenti di allora erano questi!

bei ricordi, belle serate,  passate, incantati, ad ascoltare queste storie che avevano qualcosa di magico, di irreale. Certo che noi vedevamo questi personaggi come dei miti e quando, una sera, "ul biunden" si mise a giocare a pallone, in piazza mercato, con noi ragazzi, quasi quasi non ci credavamo. Non pensavamo che anche "un atur" potesse avere gli stessi stimoli nostri, di poveri ragazzi di paese.

Forse da lì cominciò il mio amore per il teatro:  per me, qualsiasi bel film non sostituisce il fascino del rumore  delle assi del palcoscenico. I rumori del teatro, la gente, la voce degli attori che assume un suono particolare, le leggere esitazioni : tutte queste cose mi danno emozioni  e una sensazione di partecipazione che rararmente ho riscontratodurante la visione di un film, dove tutto è perfetto e preconfezionato.

forse le "Zabette", la nostra compagnia di teatro, sono le degne continuatrici di quest'arte che viene portata in giro, tra la gente che ricorda il passato e riesce a sorridere all'ombra delle proprie memorie.

mi scuso per la lunga tiritera, ma l'argomento mi affascina!  ciao, g. 






locandina di spettacolo e tipica foto del primo attore del periodo

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