martedì 6 novembre 2012

le streghe di TRIORA




Parecchi anni fà, nel mese di Dicembre, 
girovagando per i paesi dell'entroterra ligure,
ci venne lo sfizio e la curiosità di visitare TRIORA: 
il famigerato paese delle streghe.
Stò parlando di 30/35 anni fà, 
a quel tempo, Triora conservava ancora la caratteristica 
dipaese medievale di mezza montagna. 
Parecchie case ridotte a cumuli di macerie,  
vicoli stretti e bui, qualche piccola fonte d'acqua chiarissima,
poche persone per le vie del borgo, 
parecchie finestre chiuse e rare luci
che illuminavano piccoli spazi 
accentuando il mistero del luogo rendendolo nel contempo curioso e  affascinante.

Qui , parlando con persone del posto, apprendemmo che la storia delle streghe, che ci aveva indotti alla visita di TRIORA, era reale e non leggenda popolare come avevamo fino allora creduto.
 Si legge infatti:



........... Ora,  a Triora  rimane il ricordo di racconti fantastici, popolati di incubi. Tangibili invece sono le lettere, i verbali di interrogatori e torture e le sentenze di condanna a morte di oltre quattrocento anni fa. Quelle pagine ingiallite dal tempo parlano di donne accusate delle colpe più orrende: l’infanticidio, l’accoppiamento carnale con il diavolo, l’inaridimento delle mammelle delle mucche e l’inacidimento del latte materno. Una bàgiua aveva provocato una tempesta talmente dannosa da compromettere definitivamente il raccolto delle vigne per almeno tre anni, un’altra ancora aveva confezionato un veleno, composto da cervello di gatto e si sangue umano, facendolo ingerire mortamente ad un cappellaio genovese. Talvolta, per guastare chi avesse loro arrecato qualche sgarbo, si trasformavano in gatti, intrufolandosi nelle abitazioni; non disdegnavano neppure di assumere le sembianze di un caprone, magari per volare all’isola della Gallinara.
Anche una presunta carestia era colpa, anzi la principale colpa - quella che diede inizio alla triste vicenda, con lo stanziamento di ben cinquecento scudi da parte del Parlamento - di quelle trenta donne, di quel fanciullo anch’egli accusato e di quello stregone finito dietro le sbarre delle carceri genovesi.
           
Passando per le vie dell’antico borgo medievale, si provano ancora improvvisi brividi; alle inferriate delle abitazioni di Via San Dalmazzo, adibite a carcere, sembrano giungere lamenti, che a poco a poco a poco diventano urla raccappriccianti. 
Il costituto dei tormenti di Franchetta Borelli testimonia la crudeltà del Commissario straordinario della Repubblica di Genova, Giulio Scribani,  distintosi in una frenetica e fruttuosa caccia alle streghe lungo tutto il territorio dell’antica podesteria. Franchetta nulla confessava, perché nulla aveva commesso; eppure venne sottoposta per due giorni alla tortura del cavalletto; dalle sue parole, dalle sue richieste di misericordia traspare il rimpianto per non poter andare nei boschi dove, sono parole sue, nascevano così belle castagne marrone…
L’inumano Commissario, in preda a veri e propri raptus, venne dapprima scomunicato per la sua ferocia ed implacabilità ma successivamente assolto per questioni meramente politiche e di convenienza.  
Presso la Cabotina, casolare dall’aspetto tetro da sempre creduto dimora delle streghe, durante certe notti nebbiose sembrano risuonare grida gutturali, mentre luci illuminano improvvisamente la zona, dandole un aspetto vieppiù sinistro.
Qualcuno, giunto nei pressi della fontana di Campumavue o vicino alle limpide cascate del Lagudegnu, si fa il segno della croce; qualcun altro esita prima di prendere un sentiero che conduce ad un casolare un tempo abitato da una strega.
 Queste donne sono vissute,  oltre che nei gesti e nelle abitudini quotidiane, tra i muri, nelle foreste e presso le sorgenti della magica ed incantevole Valle Argentina.........

Anche Oggiono, anticamente, ha avuto problemi a questo riguardo, e sono fatti anche qui storicamente provati.
 Ma di STREGHE  e STREGONI ne esistono ancora; in tutto il mondo: come si spiegherebbero sennò tutte le atrocità che ogni giorno vengono perpetuate a danno di innocenti, che vengono picchiati, torturati, lasciati morire di fame o ancora peggio, uccisi nelle varie "GUERRE SANTE"? Che di santo viene usato il nome per nascondere fanatismo o peggio biechi interessi politici o profitti personali?                                      g.


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