........... Ora, a Triora rimane il ricordo di racconti
fantastici, popolati di incubi. Tangibili invece sono le lettere, i verbali
di interrogatori e torture e le sentenze di condanna a morte di
oltre quattrocento anni fa. Quelle pagine ingiallite dal tempo
parlano di donne accusate delle colpe più orrende: l’infanticidio,
l’accoppiamento carnale con il diavolo, l’inaridimento delle
mammelle delle mucche e l’inacidimento del latte materno. Una
bàgiua aveva provocato una tempesta talmente dannosa da
compromettere definitivamente il raccolto delle vigne per almeno tre
anni, un’altra ancora aveva confezionato un veleno, composto da
cervello di gatto e si sangue umano, facendolo ingerire mortamente
ad un cappellaio genovese. Talvolta, per guastare chi avesse
loro arrecato qualche sgarbo, si trasformavano in gatti,
intrufolandosi nelle abitazioni; non disdegnavano neppure di
assumere le sembianze di un caprone, magari per volare all’isola
della Gallinara.
Anche una presunta
carestia era colpa, anzi la principale colpa - quella che diede
inizio alla triste vicenda, con lo stanziamento di ben cinquecento
scudi da parte del Parlamento - di quelle trenta donne, di quel
fanciullo anch’egli accusato e di quello stregone finito dietro le
sbarre delle carceri genovesi.
Passando per le vie
dell’antico borgo medievale, si provano ancora improvvisi brividi;
alle inferriate delle abitazioni di Via San Dalmazzo, adibite a
carcere, sembrano giungere lamenti, che a poco a poco a poco
diventano urla raccappriccianti. |
Il costituto dei tormenti di Franchetta Borelli testimonia la
crudeltà del Commissario straordinario della Repubblica di Genova,
Giulio Scribani, distintosi in
una frenetica e fruttuosa caccia alle streghe lungo tutto il
territorio dell’antica podesteria. Franchetta nulla confessava,
perché nulla aveva commesso; eppure venne sottoposta per due giorni
alla tortura del cavalletto; dalle sue parole, dalle sue richieste
di misericordia traspare il rimpianto per non poter andare nei
boschi dove, sono parole sue, nascevano così belle castagne marrone…
L’inumano
Commissario, in preda a veri e propri raptus, venne dapprima
scomunicato per la sua ferocia ed implacabilità ma successivamente
assolto per questioni meramente politiche e di convenienza.
Presso la Cabotina,
casolare dall’aspetto tetro da sempre creduto dimora delle streghe,
durante certe notti nebbiose sembrano risuonare grida gutturali,
mentre luci illuminano improvvisamente la zona, dandole un aspetto
vieppiù sinistro. Qualcuno, giunto nei pressi della fontana di
Campumavue o
vicino alle limpide cascate del Lagudegnu, si fa il segno
della croce; qualcun altro esita prima di prendere un sentiero che
conduce ad un casolare un tempo abitato da una strega.
Queste donne sono vissute, oltre che nei gesti e nelle
abitudini quotidiane, tra i muri, nelle foreste e presso le sorgenti
della magica ed incantevole Valle Argentina.........
Anche Oggiono, anticamente, ha avuto problemi a questo riguardo, e sono fatti anche qui storicamente provati.
Ma di STREGHE e STREGONI ne esistono ancora; in tutto il mondo: come si spiegherebbero sennò tutte le atrocità che ogni giorno vengono perpetuate a danno di innocenti, che vengono picchiati, torturati, lasciati morire di fame o ancora peggio, uccisi nelle varie "GUERRE SANTE"? Che di santo viene usato il nome per nascondere fanatismo o peggio biechi interessi politici o profitti personali? g. |
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