na carriera artistica che comincia da giovanissima. A diciotto anni Nilla Pizzi vince il concorso Cinquemila lire per un sorriso, indetto da un giornale e antesignano del concorso per Miss Italia. Nel frattempo si è già sposata con Guido Pizzi, un giovane manovale edile. Il matrimonio, complice la guerra che separa la coppia, non funziona. Ma Nilla ha trovato comunque la sua strada. Fra il 1940 e il 1941 comincia a cantare negli spettacoli per le Forze Armate e nel 1942 riceve una lettera dell'Eiar che la invita a partecipare al concorso per voci nuove. Ebbene, Nilla Pizzi al termine delle selezioni risulta prima su diecimila concorrenti. Quando il maestro Angelini, all'epoca il deus ex machina della canzone italiana, l'ascolta non presta molto attenzione alla sua voce. A scoprirla è il maestro Carlo Zeme che la inserisce nella propria orchestra. Poco dopo Nilla Pizzi comincia a trasmettere dai microfoni dell'Eiar debuttando con il brano Casetta tra le rose.

Voce piacevole, motivetti allegri, senza barocchismi: nel 1944 comincia la sua lunga e fortunata avventura discografica. L'esordio in sala d'incisione il 20 febbraio: insieme a Bruna Rattani, poi con Dea Garbaccio. È il periodo di Alba della vita, Verrà, Quel mazzolin di fiori, Tulipano d'oro. All'improvviso lo stop: la cantante viene allontanata dai microfoni dell'Eiar perché, secondo il regime, la sua voce moderna rischia di fare il gioco del nemico. Nilla Pizzi ritorna alla ribalta nel 1946 con in tasca un contratto discografico che la lega in esclusiva per due anni alla Voce del padrone.
La sua voce è ormai calda, morbida, pura, ricca di uno straordinario pathos naturale, priva di accenti trillanti. Ancora in riviera l'anno seguente: sette canzoni, il primo, il secondo e il terzo posto, rispettivamente con Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega. Un record: Vola colomba - accompagna il ritorno di Trieste all'Italia - fa il giro del mondo, Papaveri e papere viene tradotta in quaranta lingue e adottata dal Partito comunista per i manifesti della campagna elettorale di quell'anno. Nilla Pizzi passa alla storia come la regina della canzone.
Al vertice della popolarità incide decine di dischi che diventano altrettanti successi: Maria Magdalena, Inganno, Malasierra, Tradimento......Poi i numerosi duetti con Gino Latilla che comincia a far breccia nel suo cuore e provoca la gelosia del maestro Angelini.

Nel 1953 la prima delusione: al Festival di Sanremo il brano Campanaro si rivela un flop. Subito, però, il riscatto: con altre incisioni - Se nel mio cuore leggerai, Mandolino napoletano, Eternamente - e con un film, Ci troviamo in galleria, in cui Nilla recita accanto ad una giovanissima Sofia Loren. Travolta anche da problemi sentimentali - colpita dal tentato suicidio di Gino Latilla e abbandonata da Angelini al Festival di Sanremo del 1954 - decide di lasciare tutto: casa discografica, Rai, il maestro e il giovane cantante pugliese. Scritturata dalla Rca, diventa magrissima, si fa bionda, ma continua a raccogliere consensi. Anche oltreoceano: nel 1995 - dopo aver girato il film Canzone appassionata - parte per l'America in nave, poi nel 1957 in Russia.
Nel 1958 il grande ritorno: al Festival di Sanremo, con il brano Edera, si classifica al secondo posto (primo è Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu). Nello stesso anno vince l'edizione di Canzonissima. L'anno dopo è terza al Festival di Napoli con Vieneme 'nzuonno e al Festival di Sanremo si presenta con tre canzoni: Il nostro refrain, Sempre con te e Adorami con la quale vince il Premio della Critica. L'ultima partecipazione in riviera nel 1960: il brano Colpevole si piazza al quarto posto.
Ma con la rivoluzione operata da Modugno, l'avvento degli urlatori e del fenomeno beat, nell'Italia degli anni Sessanta non c'è più posto per lei. Nilla Pizzi prende la via dell'esilio: apre un elegante night per miliardari ad Acapulco, cena con personaggi come Frank Sinatra e Sammy Davis jr.. In Italia - partecipa anche alla prima edizione del Cantagiro con Un mondo per noi e del Disco per l'estate con Abbronziamoci insieme - preferisce il cinema. Prima I tre moschettieri, poi la riduzione cinematografica di La mandragola di Machiavelli, con Totò e Rosanna Schiaffino e Melodrammore (1978). Riscuote ancora altri successi - nel 1970 Scritte per me, nel 1972 Con tanta nostalgia - ma nel suo regno si ripresenta solo nel 1981 quando Gianni Ravera si ricorda di lei e la invita a presentare il Festival di Sanremo accanto a Claudio Cecchetto ed Eleonora Vallone. | | | | | | |
insieme le due "Regine della canzone"
Insomma una vita di successi, di delusioni, anche di sofferenze; insomma, una vita come quella di qualsiasi persona, perchè, in effetti, le sue canzoni ,sentite alla radio e conosciute da tutti, la rendevano popolare e familiare. Per questo, sentendo la sua calda voce ci sembrava di conoscere anche la persona. | |
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